A molti datori di lavoro non sarà neanche venuto in mente di pensare a quelli che comunemente vengono percepiti come meri “adempimenti burocratici”, altri non ci avranno pensato perché l’azienda è ferma a causa del lockdown … altri ancora ci hanno posto un quesito:
Quel documento di 100 pagine che “nessuno ha mai letto”, non è che va aggiornato altrimenti rischiamo una sanzione che in questo periodo non ci vorrebbe proprio?
Beh … vediamo di dare una chiave di lettura anche diversa … più pragmatica … documentata ed addirittura utile e preziosa proprio in questa fase di emergenza.
Come abbiamo anticipato nel nostro articolo del 16 marzo scorso, Protocollo misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro 20 marzo 2020 , il DVR era considerato dalla Regione Veneto e da AssoLombarda un documento non necessariamente da aggiornare (a patto che fosse già adeguato ed in linea con l’organizzazione aziendale) perché il rischio da Coronavirus non era abitualmente correlato allo svolgimento dei compiti dei lavoratori, a parte il settore sanitario, dove il rischio biologico è presente ed elevato.
La stessa posizione è documentata dalla nota prot. U.0000089 del 13 marzo 2020 dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, indirizzata verso Carabinieri INPS e INAIL, dove è stata ufficializzata il parere dell’Istituto, a firma del proprio direttore Leonardo Alestra, confermando espressamente l’allineamento con le posizioni della regione Veneto e di Asso Lombarda.
Tutti e tre i pareri, con livelli di autorevolezza crescenti, hanno altresì espresso tuttavia l’assoluta necessità di informare prontamente i lavoratori sia sui rischi che sulle misure di prevenzione e protezione da adottare in azienda, mediante specifiche procedure di sicurezza per contenere il diffondersi del Covid-19.
In sostanza alla fine, un documento importante e pratico va scritto e reso noto ai dipendenti: che si tratti del DVR (se vecchiotto magari è giunto il momento di aggiornarlo) o di una procedure di sicurezza nuova ed aggiuntiva ad hoc.
Si intenda: lo scopo NON è fare carta, ma bensì rendere note in azienda, a tutti i dipendenti, nessuno escluso, tutte le indicazioni ed obblighi di legge che il Governo ha finora pubblicato, a loro tutela e protezione.
Dai nostri riscontri sul campo la questione NON è per nulla da sottovalutare: anche nei giorni scorsi, cioè ultima settimana di aprile, abbiamo avuto notizia di dipendenti che si rifiutano di adottare le misure contenitive del Governo, come per esempio la rilevazione della temperatura corporea da parte del datore di lavoro, indossare i DPI (le mascherine e/o i guanti) e rispettare la distanza sociale di sicurezza nel luogo di lavoro. Questo perché i livelli di percezione del rischio personale sono estremamente diversi da persona a persona: sull’argomento vi invitiamo alla lettura di un altro nostro articolo, Uno sguardo dalla finestra a chi rischia il contagio , scritto in esclusiva per noi da Riccardo Melis, psicologo psicoterapeuta.