Il 14 marzo scorso è stato siglato il Protocollo misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro che ha definito le regole per lavorare in sicurezza all’interno delle aziende che erano autorizzate a lavorare durante il lockdown. Lo scorso 24 aprile è stato aggiornato tale protocollo , fornendo ulteriori indicazioni su ciascuno dei 13 punti che lo compongono.
L’aggiornamento ha introdotto nuove indicazioni al punto 12-SORVEGLIANZA SANITARIA/MEDICO COMPETENTE/RLS, precisando che il reintegro nelle mansioni dei lavoratori, eventualmente colpiti dal Covid-19, dovrà avvenire dietro evidenza documentale di un tampone negativo che certifica la riacquistata salute e l’assenza di pericolo per gli altri lavoratori dell’azienda.
Dov’è allora la falla nel Protocollo Condiviso di Sicurezza?
Sta nel fatto che solo chi è guarito dal Covid-19 può tornare a lavoro “previa presentazione di certificazione di avvenuta negativizzazione del tampone secondo le modalità previste e rilasciata dal dipartimento di prevenzione territoriale di competenza“: in tutti gli altri casi di lavoratore ospedalizzato a qualunque titolo, non è prevista alcuna misura o evidenza documentale che metta in sicurezza l’azienda che deve provvedere al suo reintegro lavorativo.
Questa falla non è per nulla banale se si analizza il livello di rischio che corrono tutti i lavoratori dell’azienda, in quanto per quanto ufficialmente comunicato il 13 aprile scorso dal Governatore della Sardegna Solinas, il 69% dei contagiati in Sardegna ha “contratto il coronavirus in strutture ospedaliere“, come debitamente illustrato nell’articolo del 14 aprile del quotidiano Unione Sarda di Cagliari.
Dal punto di vista della sicurezza aziendale questo implica una probabilità molto alta di contrarre il virus recandosi all’ospedale, anche al solo pronto soccorso: se il rientro successivo in azienda non è controllato e/o disciplinato in modo adeguato, i rischi aumenteranno sensibilmente con la riapertura di moltissime attività in Fase2 a partire già da lunedì prossimo, 4 maggio.
Noi di Well abbiamo identificato già una possibile soluzione, che comunque non è banale ed implica un significativo sforzo congiunto da parte di azienda e lavoratori, senza poter contare su adeguati sistemi di verifica e controllo da parte delle strutture sanitarie. Tale soluzione è stata sviluppata per i clienti che hanno già sottoscritto il contratto per i servizi Fase2 per la Ripresa in sicurezza insieme al Coronavirus